Brrr, che freddo.
Brrr, che freddo è l’espressione usata per comunicare la sensazione di disagio conseguente ad un abbassamento della temperatura.
Ho già affrontato alcune dinamiche inerenti alla perdita di calore corporeo nell’articolo “DrySuit Kayak Extreme 4L Sandiline” a questo indirizzo e non voglio ripetermi. Mi limiterò solamente a citare, per sommi capi, i meccanismi principali che regolano lo scambio termico tra il corpo umano, l’ambiente ed i materiali.
Il calore, come si sposta.
Affinchè avvenga una qualsivoglia forma di spostamento dell’energia termica, vi deve essere una differenza di temperatura tra le parti.
Per meglio capire il concetto, basti pensare a due recipienti contenenti acqua e collegati tra di loro da un tubo. Perchè vi sia passaggio di fluido tra i contenitori, il livello deve essere diverso.
Il disegno rappresenta una similitudine tra il movimento del fluido in vasi comunicanti e lo scambio di calore.
(Volendo continuare in questa rappresentazione simbolica, il tubo di collegamento riproduce la modalità con la quale avviene lo scambio).
Distinguiamo 3 tipologie:
- Conduzione, essenzialmente quando vi è un contatto tra solidi.
- Convenzione, riguarda prevalentemente i fluidi. Il calore si propaga per spostamento di materia.
- Irraggiamento, è una trasmissione di calore tra i materiali mediante le radiazioni emesse da una sorgente, anche se fra di loro c’è il vuoto. E’ la modalità con la quale Il Sole, ad esempio, riscalda la Terra.
Nel corpo umano.
Il calore corporeo viene prodotto attraverso una serie di processi biologici e, nel caso dell’attività fisica, può variare moltissimo. Per avere un’idea, pensiamo a due casi estremi: seduti davanti ad un computer (come lo sono io adesso), oppure impegnati in una corsa ad alta intensità.
L’intervallo di temperatura compreso tra 35 e 37,5 gradi °C garantisce il funzionamento dell’organismo senza incorrere nell’insorgenza di problematiche serie. Il sistema biologico, pertanto, mette in atto tutta una serie di risposte fisiologiche, per garantire una costante condizione termica salutare. Una di queste è la sensazione di disagio come “campanello di allarme”, che si attiva quando vi è uno spostamento dai parametri ottimali di un regolare funzionamento organico.
Il comfort.
E’ una percezione soggettiva e difficilmente quantificabile poichè dipende da una miriade di variabili. Potremmo identificarla come l’analisi degli stimoli percepiti dal corpo umano relativi all’ambiente circostante. Un esempio è rappresentato dall’indossare un paio di scarpe comode. Si innescano tutta una serie di risposte endocrine che portano ad uno stato di benessere, a dimostrazione del legame biunivoco tra corpo e mente.
Il comfort termico ed igrometrico
Dipende dalla temperatura ed umidità. Come abbiamo visto, è soggettivo, ma si è cercato di stabilire alcuni parametri per quantificarlo.
In campo edilizio la normativa UNI ISO EN 7730 lo definisce come “la condizione mentale di soddisfazione nei confronti dell’ambiente termico”. (https://bit.ly/2JkNw2n). La tabella sottostante mette in rilievo i limiti medi per condizioni igrometriche considerate ottimali (Melino C. 1992). Da notare la differenza tra la temperatura dell’aria percepita e quella effettiva, dovuta all’influenza di fattori quali “umidità relativa” e “velocità dell’aria”.
In particolare, gli studi condotti evidenziano come l’umidità relativa sia in grado di modificare la sensazione di benessere fino a 2 o 3 volte. Quindi è importante mantenerla sotto controllo, oltre alla temperatura.
Gli sport acquatici, sovente, richiedono la contemporanea esistenza di due situazioni tra loro contrastanti: l’impermeabilità e la traspirazione.
Questo duplice ruolo lo ricopre l’abbigliamento esterno, quale giacca d’acqua, magari stagna o, per i più ricchi, la drysuit.
Con i tessuti laminati, però, esiste un problema spesso sottovalutato: la perdita di calore per conduzione ed irraggiamento, nonchè la traspirazione dei materiali, che, per quanto elevata possa essere, ha dei limiti fisici essendo vincolata alla impermeabilità. L’intimo a contatto con la pelle, definito anche “maglia termica”, ha il compito di farne fronte.
Come funziona.
Il vapor acqueo, emesso per traspirazione, prima che si condensi, deve essere allontanato dalla pelle per evitare l’assorbimento da parte della maglia.
L’acqua conduce il calore fino a 30 volte più velocemente dell’aria ed è in grado pertanto di sottrarne grandi quantità dal corpo. Se la zona a contatto con la pelle rimane asciutta, si forma una intercapedine di aria relativamente secca in grado di isolare termicamente e, soprattutto, restituire una sensazione positiva di comfort termo-igrometrico.
La traspirazione è composta per la maggior parte da acqua, nella quale sono presenti sostanze di scarto prodotte dall’organismo, fonte di potenziali reazioni allergiche, quali acidi carbossilici (quindi di natura organica), alifatici ramificati, oltre all’acido 3-metil-trans-2-esenoico, definito da taluni con il provocatorio appellativo di “ascella in barattolo”.
Per chi fosse interessato ad approfondire i complessi meccanismi della sudorazione e traspirazione, consiglio di leggere quanto riportato al seguente indirizzo.
Debita attenzione va data ai materiali con i quali viene prodotta la maglia. Non è mistero che molto spesso tessuti provenienti da paesi extra Europei e di basso costo, contengano sostanze pericolose per la salute, fonte di reazioni cutanee piuttosto aggressive.
Quindi la qualità del tessuto, come spero abbiate capito, è di rilevante importanza, non solo per le prestazioni offerte, ma anche e scusate se è poco, dal punto di vista della salute.
La maglia “termica” dovrà pertanto:
- Favorire la traspirazione.
- Evitare di inzupparsi.
- Ridurre la perdita di calore per conduzione.
- Evitare il rilascio di sostanze chimiche dannose .
Molto spesso mi capita di sentire persone che ingiustamente accusano l’abbigliamento esterno di scarsa tenuta, quando l’origine del problema è da attribuirsi alla inadeguatezza degli indumenti a contatto con la pelle.
La maglia del test.
Oggetto del test è la maglia manica lunga Skin Sonic distribuita da
disponibile a questo link.
Materiali.
L’ordito (l’insieme dei fili) si avvale di polipropilene (attenzione a non confonderlo con il poliestere!) in fibra cava e carbonio in soluzione continua.
“Che vor dì?”
Il polipropilene è un polimero termoplastico (vuoi saperne di più? Questo è il link), prodotto grazie all’ausilio di uno specifico catalizzatore a partire dal gas propano.
E’ costituito da fibre molto fini e possiede, per propria natura, un’elevata tensione superficiale. Grazie a questa caratteristica, l’acqua e il sudore passano molto in fretta attraverso le fibre stesse. I tessuti prodotti non si lasciano spiegazzare facilmente perchè fortemente elastici e la resistenza assieme alla durata ne sono un ulteriore vantaggio.
Il filo di carbonio in soluzione continua ha lo scopo di aggiungere maggiore robustezza al filato, oltre ad una azione di scarica elettrostatica.
Sempre a proposito di polipropilene, è interessante il confronto con le altre più comuni fibre tessili, come indicato dai grafici sottostanti, consultabili, per gentile concessione, al seguente indirizzo
E’ leggero e non di poco come testimoniato dal diagramma seguente.
Molto interessante l’analisi dei due grafici successivi, a dimostrazione di un potere coibentante (capacità di mantenere il calore) pari alla lana ed un coefficiente di trasmissione del calore (indica la capacità di perderlo) il più basso in assoluto.
La componente relativa all’assorbimento dei liquidi (effetto spugna) è addirittura imbarazzante, se confrontato con quella della lana.
Infine un parametro molto importante, ma spesso trascurato, è la permeabilità al vapore, espresso in grammi nell’unità di tempo, in grado di esprimere la capacità di traspirazione.
Come si vede, ha tutte le carte in regola per soddisfare le esigenze di un utilizzatore estremo.
La speciale lavorazione della maglia e l’elasticità del materiale forniscono un effetto “compression”. I fautori di questo trattamento parlano di sostegno muscolare, riduzione delle vibrazioni durante l’esercizio, nonchè di una costante azione micro-massaggiante. Quanto sia reale non lo so; certo che la sensazione appena indossata è di una gradevole costrizione.
Completano la scheda tecnica il peso piuma di 113 gr. per la taglia L/XL.
Le istruzioni di lavaggio, necessarie per una corretta manutenzione, sono stampigliate all’interno del bordo inferiore.
Con una tale scheda tecnica, le aspettative sono assai alte ed ancor più interessante sarà il test.
Il test
Valutare oggettivamente le prestazioni conseguenti a reazioni soggettive è impresa assai ardua ed opinabile. Per questo mi sono avvalso della collaborazione dei miei due tester di fiducia: Eros, la cui esperienza in ambito canoistico è di lunga data e Gaetano, pagaiatore pluriacciaccato, ma dalla strenua passione. Ho chiesto loro di valutare il funzionamento della maglia in oggetto, pregandoli di lasciare un commento, che, come mia consuetudine, riporto fedelmente.
Eros.
Vestibilità ottima.
Traspirabilitá eccellente; nonostante lo spessore minimo è termicamente valida e il comfort resta ottimo anche dopo ore di kayak.
Rende facile togliere e mettere giacche e drysuit grazie all’assenza di attrito.
La fattura (cuciture e assemblaggio) sono di buona qualità.
Asciuga in breve tempo all’aria e la si può indossare giá dopo 3/4 ore.
Nel lavaggio perde colore .
A mio parere è un indumento di ottima qualità e praticità.
Skin Sonic, già il nome lo ritengo, personalmente, sinonimo di garanzia.
Cosa dire di questa maglia: bellissima.
E’ l’evoluzione di quella acquistata circa 5 anni fa, ed ancora in uso, ma non credevo potesse migliorare così tanto.
Già al tatto ci si rende conto che il materiale è di ottima qualità. É ben fatta ed ha una vestibilità che non impaccia nei movimenti.
Un’atro aspetto sorprendente: seppur così fina, ha un’ottima tenuta termica, ma con una traspirabilità non indifferente, a differenza di altre marche minori provate.
E tu?
Ho voluto lasciar spazio ai miei amici, che avendo grande disponibilità finanziaria hanno acquistato materiali come se piovesse e quindi sono in grado di esprimere giudizi ancor più mirati. Scherzi a parte, non posso che confermare quanto riportato. Addirittura mi son preso la briga di utilizzarla anche in mountain bike, presagendo una predisposizione alla interdisciplinarietá.
Dopo un´ora di salita, sudato come se fossi passato dentro un autolavaggio, ho affrontato una lunga discesa ripida. Reindossando lo zainetto, quando é andato a contatto con la schiena, non ho avuto la spiacevole sensazione di doccia gelata come di solito mi capitava. Chiusa la giacca, nonostante la temperatura resa ancor più frizzante dalla velocità, il comfort termico offerto si è dimostrato notevole.
Una volta a casa ho svuotato il cassetto dalle innumerevoli maglie “pseudo” termiche e ho deciso di usarle per le pulizie di casa. Meglio una, ma buona.
Tra l´altro, l´ho utilizzata dopo Gaetano, ben più “fisicato”, senza notare alcun cedimento del tessuto.
Conclusioni:
Il costo, in rapporto ai benefici, depone assolutamente a favore della Skin Sonic, anche in confronto con prodotti più blasonati, talvolta non sempre all’altezza delle aspettative.
Mi piace sottolineare che è un prodotto “made in Italy” e non una delle solite accozzaglie di materia, a volte nociva, delle quali siamo invasi. E’ anche trasversale rispetto alle discipline sportive e ciò la rende adatta al ciclismo, sci e chi più ne ha, più ne metta. Onde evitare di creare imprecise valutazioni, va sottolineato che la Skin Sonic in prova é da utilizzarsi nel periodo primaverile.
Nel catalogo, infatti, è presente una versione più pesante fatta con “fiocco di polipropilene”, adatta ai rigori invernali, pur mantenendo, almeno sulla carta, le stesse caratteristiche di traspirabilità cosi importanti ai fini di un corretto comfort.
Quindi dopo questa, ahimè lunga, disquisizione, spero sia più chiaro perchè a volte si percepisce una sensazione di disagio accompagnato da un odore poco gradevole, in contrasto con il piacere di svolgere un’attività sportiva gratificante. Allora:
Perchè soffrire?
N.d.r.: Alla fine del test, ci siamo scambiati le opinioni reciproche ed abbiamo optato per l´acquisto.
per la fornitura del materiale in test ed ai miei due “compagni di merende”.
Mauro.
Un ottimo articolo molto dettagliato e preciso e come non fidarsi di Gaetano
Penso proprio che l’acquistero
Grazie per l´apprezzamento. Cerco di fare del mio meglio. Non mancheó di riferire a Gaetano sarà sicuramente soddisfatto.