Il Primo Articolo
(AC-DC – Hells Bells)
Perchè dopo circa 6 decadi di vita la decisione di aprire un blog personale?
Qualche giorno fa, volevo scrivere un articolo in risposta ad alcune interessanti spunti a seguito della discussione, da me postata mesi fa su Facebook, riguardo la prova del kayak Spade.
Confesso di non essere, ahimè, un gran “smanettone” dei social, e quando Michele esordì: “perchè non ti apri un Blog?” cominciai a rifletterci sopra.
Poter sfruttare la meravigliosa opportuità offerta dalla rete di condividere e confrontare le idee con una immensa e disparata platea di persone, senza necessariamente passare attraverso la miriade di inutili cavolate che affollano Facebook e che “diluiscono” gli argomenti degni di nota, effettivamente costituisce un grande vantaggio messo a disposizione dalla tecnologia sempre più “user friendly” e diffusa.
Quindi mi propongo di trattare, dal punto di vista tecnico, lo sport della canoa, del salvamento fluviale in acqua mossa, poichè costituiscono la mia principale professione e nella quale mi sento particolarmente ferrato, strizzando l’occhiolino alla mountain bike, che coltivo come grande passione e che anch’essa conosco piuttosto bene.
La curiosità e la voglia continua di migliorarmi, sono una leva dalla quale traggo le energie per affrontare le sfide che inevitabilmente si presentano, senza peraltro lo spirito di voler emergere a discapito degli altri.
Non vuol essere un pulpito per emanare dei dictat, ma solo uno spazio di riflessione e confronto, ogniuno con le proprie conoscenze ed idee, nella massima libertà di opinione, sempre però anteponendo il rispetto delle altrui opinioni e le più comuni regole dello vivere sociale.
Ritengo che le discussioni e le eventuali controversie devono trovare un riscontro nella pratica alla stessa stregua della dimostrazione di un teorema, e sarà quest’ultima il metro di giudizio oggettivo.
Non ho mai nascosto la filosofia secondo la quale tutti possono sbagliare; l’importante è rendersene conto e la grandezza della persona sta proprio nella capacità di ammettere i propri errori.
Chi vorrà interagire e portare le proprie esperienze e conoscenze, come ho già detto, sarà il benvenuto.
Mauro
Io ci sono, Mauro, pronto a interagire!
Grazie Carlo, il tuo contributo è, come sempre, gradito.
Ciao Mauro, se non ti scoccia vorrei approfittare del tuo potere mediatico per provare a lanciare una idea che già da tempo sogno di sviluppare, ma che senza il giusto supporto rischia di rimanere solo una idea.
Mi sono sempre chiesto se noi kayakisti dobbiamo esclusivamente pensare all’aspetto ludico-sportivo dei nostri interessi, se guardi in giro sembra così. Alle volte penso che la gente va in kayak per puro divertimento, o per avventura o per la compagnia. Ma non appena provi a spostare l’attenzione su altre argomentazioni trovi che il mondo kayakistico è una nicchia e se non vai in kayak difficilmente ne entri a far parte. La mia idea è il progetto “Save the river (know the river)” finalizzato a far conoscere sotto molteplici aspetti (turistico, faunistico, ambientale, problemi presenti, fruibilità, ecc) i tratti di fiume che attraggono noi del settore e che altri non immaginano nemmeno. Magari attraverso un sito, una guida, raccogliere tutte le frammentarie informazioni presenti e gravitanti attorno ai tratti di fiume da noi navigabili, per trasmettere la conoscenza completa anche a chi non è del settore. Chissà che non serva a tutelare maggiormente questi ambienti unici.
Ciao Giorgio, prima di risponderti ho voluto capire in che modo e quali strumenti mettere a disposizione per il tuo progetto che trova, manco a dirlo, la mia approvazione. Generalmente sono aperto a novità pertinenti l’ambito specifico espresso nell’articolo di apertura, perché le ritengo stimolanti.
Purtroppo ammetto la mia ignoranza mediatica, anche se ci sto lavorando sopra per colmarla, grazie all’apporto di Michele. Quindi, visto che come tu stesso dici è tua intenzione “provare a lanciare una idea che già da tempo sogno di sviluppare” se quest’idea ha raggiunto lo stadio progettuale, anche se allo stadio embrionale, possiamo discuterne. Personalmente condivido la necessità di parlare di più dell’argomento fiume sotto tutte le sue sfaccettature, altrimenti si rischia di diventare….una comunità di recupero chiusa al mondo esterno e vista come un insieme di persone con dei problemi. In attesa di tue novità, ed auspicando di esserti stato d’aiuto, ti saluto.
Mauro
Un libro sui fiumi con le descrizioni tecniche del fiume. Poi ci sarà la descrizione storica, turistica, paesaggistica, ambientale, ecc. del fiume e dei territori limitrofi. Il tutto corredato da mappe, cartine, foto, rimandi ad altri testi e siti, ecc.
Ad esempio, descriviamo il Caorame: la parte tecnica ti spiega i vari livelli di difficoltà, gli imbarchi e sbarchi, i pericoli. La parte turistica ti spiega che il Caorame non è un luogo turistico, ma se vai su per la valle entri nel parco, ci sono le marmitte, c’è il lago della Stua, ecc, a sud invece hai l’oasi di cellarda, vicino c’è Feltre, ci sono alcuni agriturismi e strutture di accoglienza, c’è la spaghetteria Salgarda (tutte informazioni che devi immaginare di dare a uno che viene da fuori e vuole conoscere il Caorame e il suo territorio). La parte ambientale ti spiega i vari progetti dell’enel, le centraline e gli sbarramenti, la presenza di rifiuti abbandonati e le rive degradate, gli scarichi, gli ostacoli artificiali e quelli naturali, i tondini di ferro, ecc. La parte Storica potrebbe fare una storia dei luoghi, lo sviluppo dell’area, la storia kayakistica del torrente.
E chi più ne ha più ne metta. Capisci che una idea del genere non può essere sviluppata da soli, se poi metti tutti i torrenti della Val Belluna (la prima edizione del libro), Caorame, Mis, Mis altissimo, Cordevole, Piave, Ardo, Maè, ecc, ti trovi un lavorone enorme, ma se lo si fa a più mani. Magari si riesce anche a pubblicarlo e venderlo.