4 coltelli
Il coltello, nell’immaginario collettivo dei praticanti di discipline outdoor, ha spesso evocato il fascino del selvaggio che con pochi strumenti riesce a togliersi d’impaccio dalle più svariate ed estreme situazioni. La cinematografia, con i generi “azione” ed “avventura”, ha ulteriormente amplificato questa visione facendo leva nel piccolo Rambo che è presente in tutti noi, per cui, io per primo, siamo affascinati da uno strumento che con l’evoluzione dei materiali e tecnologie ha assunto forme e ruoli polifunzionali.
Al di là della considerazione iniziale, nello sport del kayak, il coltello si presta ad un ampio campo di utilizzi che vanno dal recidere una corda, alla “potatura” per liberare alvei intasati da pericolose propaggini di arbusti, senza dimenticare che le manovre di rianimazione devono essere eseguite con il torace scoperto, per cui il coltello in questo caso potrebbe rivelarsi un indispensabile strumento. Non va neppure dimenticato l’uso più frequente al quale, fortunatamente, viene chiamato: il taglio dei viveri.
La lama può essere fissa, come nei coltelli tradizionali da cucina, tanto per fare un esempio, oppure pieghevole, nel qual caso vengono anche definiti a “serramanico”.
Aspetti legali.
Poiché il coltello può essere utilizzato come un’arma, la legislazione vigente ne regola il possesso ed il trasporto tramite l‘articolo 4 della legge 110 del 18 Aprile del 1975 “Norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi”, anche se non vi sono divieti per la produzione, la vendita, l’acquisto e la detenzione. In merito riporto testualmente quanto scrive Wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Coltello):
“In estrema sintesi esistono coltelli che cadono nella categoria delle armi proprie e armi da guerra come i coltelli a doppio filo, i coltelli a scatto e le baionette. Pressoché tutti gli altri coltelli sono considerati strumenti ed attrezzi. Non vi sono distinzioni fatte in base alle dimensioni (la diffusa credenza delle “4 dita” è una leggenda metropolitana).
Il porto è vietato in qualsiasi caso e non esistono documenti e licenze che lo consentano, neppure quelli per le armi da fuoco. Con “porto” si intende avere il coltello addosso a sé o nelle immediate disponibilità.
È possibile sotto alcune condizioni il trasporto, come ad esempio avere il coltello all’interno della scatola degli attrezzi nel bagagliaio dell’auto o chiuso in una custodia all’interno di una borsa. Deve però esistere un giustificato motivo. Questo va interpretato come “impossibilità di fare altrimenti” e non come mera utilità o comodità. Non si può cioè trasportare il coltello per sbucciare una mela per il pranzo in quanto la mela può essere pelata a casa“.
Chiarito l’importante aspetto legislativo, entriamo nel dettaglio. L’elmento con cui sono fatte le lame non è appannaggio dei soli materiali ferrosi, ma è possibile trovarne altri più sofisticati per la trattazione dei quali vi rimando al contenuto visionabile all’indirizzo https://it.wikipedia.org/wiki/Coltello.
Nel nostro caso ho avuto modo di confrontare 4 diversi coltelli, tre dei quali a “lama fissa” ed uno a “lama retrattile o serramanico“.
Le due aziende che li distribuiscono, la Hiko Sport (http://www.hikosport.com/), con sede nella repubblica Ceca e l’americana NRS (http://www.nrs.com/), sono note agli appassionati del settore fluviale per avere un catalogo assai ricco di accessori.
I modelli scelti per la prova sono:
- Hiko BC Knife
- NRS Pilot Knife
- NRS Co-Pilot Knife
- NRS Captain Rescue Knife
Hiko Knife.
Classico coltello tipo sub lungo complessivamente 17,6 cm., provvisto di custodia di plastica che maschera completamente la lama fissa, la cui parte superiore, rettilinea, ha un profilo seghettato, non molto tagliente, mentre quella inferiore, curvata, è affilata. La punta non è accuminata, ma piatta, per motivi di sicurezza e può essere usata come un giraviti a “taglio”. La lama, lunga 7,6 cm. e di acciaio S.S. (stainless steel; acciaio inox) 420 J2, presenta un utile taglia cime nella parte vicina al manico dal lato curvo.
L’acciaio 420 J2 è una lega contenente poco carbonio per offrire una elevata resistenza alla corrosione. E’ una caratteristica che lo rende “morbido” ed ha uno scarso (relativamente!) potere di taglio, cosicchè perde facilmente il “filo”, ma d’altro canto, è di facile riaffilatura. La durezza del materiale si misura in gradi Rockwell (HRc). L’acciaio 420 J2 si attesta su un valore di 54 HRc., sapendo che il termine di paragone è il diamante a cui è attribuito il valore di 100 HRc, Ciò vuol dire che per la scelta del materiale si è privilegiata la resistenza agli agenti ossidanti, più che la durezza. Quindi è opportuno porre la dovuta attenzione se viene usato per tagliare del materiale duro, o se si sfrutta la punta quadrata come giraviti. Il manico è composto da nylon e TRP (Thermo Poly Rock), materiale che si ottiene mediante lavorazione a freddo della plastica e quindi con un basso consumo energetico anche in fase di produzione. Tra l’altro i rifiuti, selezionati e rimpiccioliti, sono miscelati a resine e gomme termoplastiche, ottenendo così un composto liquido simile al cemento. Grazie alle caratteristiche che lo rendono impermeabile, ignifugo ed isolante, il TPR è stato impiegato per realizzare pannelli strutturali per edifici prefabbricati e suole per le scarpe. Bel materiale, vero?
La custodia trattiene il coltello per mezzo di un dentino plastico che si incastra in una feritoia del manico. L’azionamento dello sblocco avviene tramite la semplice pressione di una specie di pulsante anch’esso di plastica, troppo esposto per evitare accidentali azionamenti. Ad ogni modo, un sottile cordino può essere fissato sfruttando un foro presente nella parte superiore del manico. Con questo sistema si evita la perdita accidentale del coltello, ma si espone nel contempo l’operatore al pericolo di un possibile contatto con la lama penzolante. La custodia, a sua volta, può essere assicurata al salvagente o da qualche altra parte, utilizzando le due fettucce di velcro presenti nella confezione e che vengono fatte passare attraverso una barretta plastica fissata posteriormente con delle viti. Completa la dotazione il cartellino con le istruzioni di manutenzione.
Ben bilanciato e sufficientemente leggero, sono le prime impressioni fornite, con la dovuta accortezza per la notevole affilatura della lama. L’impugnatura ergonomica, suffragata dal discreto grip che fornisce il materiale del quale è rivestito il manico, lo rendono di facile utilizzo. Sufficientemente robusta la custodia per il buon spessore del materiale, così come pratica e veloce la sistemazione eventuale sul “salvagente”. Personalmente non mi è piaciuto il sistema di sgancio del coltello, troppo sensibile ed esposto, che se da un lato ne permette una veloce estrazione, dall’altro rende molto probabile una accidentalmente fuoriuscita dalla custodia. Il taglia cime compie egregiamente il suo lavoro anche per la continuità con la lama molto affilata. Il costo è intorno ai 43 €. (http://www.ozonekayak.com/sicurezza-e-soccorso/coltelli/prod/hiko-knife/)
NRS Pilot Knife
L’assenza di un manico classico, la forma, ed il colore del metallo, conferiscono un aspetto tecnologico a questo prodotto commercializzato dall’NRS, evocando scenari tipo agente segreto.
La lama è ben separata dall’impugnatura, pur essendo tutt’uno, grazie alla forma pronunciata delle protuberanze laterali. Interessante il materiale del rivestimento che, come per l’Hiko, è il TRP (Thermo Poly Rock, una mescola di resine termo plastiche e gomma), ma che, a differenza del precedente, utilizza del polypropylene al posto del nylon, dando una sensazione tattile gommosa ed al contempo morbida, nonostante il contenuto spessore; una sapiente zigrinatura superficiale garantisce un ottimo grip, anche con le mani bagnate. La forma della parte finale dell’impugnatura, opposta alla dentellatura della lama, ha il compito di evitare lo scivolamento del pollice quando il coltello viene usato per segare, oltre ad idicare il corretto lato di lavoro.
La lama, liscia da una parte e parzialmente frastagliata dall’altra, finisce con il taglia cime posizionato immediatamente prima dell’inizio del manico, dal lato opposto rispetto a quello dell’Hiko, probabilmente per sfruttare la parte seghettata molto affilata.
Il materiale utilizzato è acciaio inossidabile 420 HC con finitura opaca, che a differenza del 420 J2, contenendo lo 0,5% di carbonio (oltre ad altri alliganti), risulta molto più performante nel taglio e nella tenuta del filo. La lunghezza totale è di 18,75 cm., mentre la sola lama misura 7,6 cm., uguale a quella Hiko. Il peso totale, comprensivo della custodia, si aggira sui 156 grammi; il solo coltello 100 gr.
Il fodero, in fibra di vetro rinforzata con il nylon, è particolare non solo per la forma che lascia assai scoperto il coltello, ma per l’intelligente meccanismo di sgancio, L’azionamento avviene tramite la contemporanea pressione di due pulsanti posizionati ai lati opposti, limitando, se non rendendo impossibile, una fortuita indesiderata apertura.
Agevola la fuoriuscita del coltello un piccolo pulsantino, posto posteriormente e azionato da una molla che lo spinge fuori di un cm. circa. Sganciandolo con il palmo della mano rivolto verso la parte superiore del coltello, la combinazione tra il meccanismo ed il pulsantino spingono il coltello contro il palmo stesso, pronto all’uso: geniale! La custodia nella parte superiore ospita i cinematismi di ritenuta ed espulsione del coltello ispezionabili svitando 5 piccole viti ben in evidenza e si fissa al “salvagente”, od altre parti, attraverso una larga clip integrata, ma aperta.
Completa la dotazione una punta rompi vetro posta sulla sommità del manico, un apribottiglie ed il foro rettangolare, sede per i fermi di blocco, che funge anche da chiave di azionamento della valvola di una bombola di ossigeno. La punta piatta si trasforma all’occorrenza in un giravite.
Dopo una iniziale perplessità, controllando le caratteristiche, devo ammettere di essere in presenza di un coltello veramente ben fatto. I materiali sono robusti, in particolare quello della lama. Nutro qualche riserva sulla fluidità del meccanismo di sgancio nel tempo, soprattutto nell’utilizzo in acque con alto contenuto di sabbia tipo Dora Baltea, anche se è pur sempre ispezionabile per manutenzione, oltre alla tenuta nel tempo dell’accoppiamento manico-rivestimento. Il sistema di fissaggio della custodia tramite clip di plastica aperta non mi esalta, perché se da un lato permette un facile posizionamento, dall’altro aumenta la possibilità di perdita accidentale (e purtroppo da questo punto di vista ne so qualcosa). Al di là di questo, è un ottimo prodotto che denota un attento lavoro di progettazione per renderlo polifunzionale ed adatto ad un impiego gravoso. Da ultimo, la somma di 45,95 € (http://www.ozonekayak.com/sicurezza-e-soccorso/coltelli/prod/nrs-pilot-knife/) necessaria per l’acquisto, gli conferisce un buon rapporto qualità-prezzo.
NRS Co-Pilot Knife
Il modello Co-Pilot è simile al precedente come tipologia e materiali utilizzati. Ha una diversa disposizione dell’apri bottiglie, ma manca la punta frangi vetro ed il taglia cime. Più piccolo, con una lunghezza totale di 14,6 cm. dei quali 5,7 cm. occupati dalla lama (contro i 18,75 cm. totali e 7,6 cm. della lama del “fratello” Pilot). Ovviamente anche il peso risente della cura dimagrante, attestandosi su un valore di poco superiore ai 130 gr., 26 grammi in meno del Pilot (che in percentuale corrispondono ad un 20%).
La differenza più consistente risiede nella configurazione, poiché è previsto un alloggiamento dentellato anti scivolo per il pollice anche sulla lama con il risultato di permettere una maggiore pressione, oltre a presentare una parte finale del manico più larga.
45,95 € (http://www.ozonekayak.com/sicurezza-e-soccorso/coltelli/prod/nrs-co-pilot/) l’esborso necessario per entrare in possesso di questo coltello, piccolo, ma ancor più massiccio. Appunto personale: in considerazione della minore dotazione, sinceramente avrei visto più logico una differenza di prezzo con il precedente modello, ma si sa…misteri del marketing!
Nota: del Pilot e Co-Pilot esiste anche la versione “Titanium” che, come suggerisce il nome, utilizza il titanio al posto dell’acciaio. Il peso si riduce a 42,5 gr. per il Pilot contro i 100 della versione acciaio e 35,7 gr. per il Co-Pilot che in versione acciaio ne pesa 76 di grammi. In compenso, se il peso si dimezza, il costo… raddoppia. Per chi fosse interessato ad approfondire le proprietà del titanio può consultare il contenuto del link: https://it.wikipedia.org/wiki/Titanio.
NRS Captain Rescue Knife
A differenza dei precedenti, questo modello si caratterizza per essere a “serramanico”. L’apertura è manuale spingendo con il pollice un apposito piolino posto sulla lama da ambo i lati. Per chiuderlo bisogna premere una lamina sul manico che funge da sblocco e riposiziona la parte tagliente nell’impugnatura. Il corpo del coltello ha una doppia predisposizione per alloggiare in entrambi i lati una clip in acciaio inox che si fissa per mezzo i 3 viti molto piccole (sulle quali, è consigliabile usare del liquido “frena filetti” per evitare che si allentino).
I materiali utilizzati per il manico e la lama sono gli stessi dei precedenti modelli NRS. Anche l’assemblaggio sembra curato e lo sforzo per aprire e chiudere la lama ben calibrato rendendo praticamente impossibile una (pericolosa) apertura accidentale. Il taglia cime è posizionato nella parte superiore della lama, che termina piatta, alla fine della seghettatura, in posizione opposta rispetto al Pilot ed è sufficientemente schermato per evitare possibili interferenze con le dita. Alla fine del manico, dalla parte opposta della lama, vi sono la punta frangi vetro, un forellino passate per far passare un eventuale laccetto di sicurezza e l’immancabile apribottiglie. La lunghezza della lama di 7,6 cm., è uguale a quella del Pilot. Aperto misura 14,6 cm.; chiuso 11,7 cm. e pesa poco meno di 80 gr. Anche in questo caso non mi resta che plaudire per la lungimirante progettazione. Essendo “mancino” ho apprezzato molto la possibilità di utilizzare la mano sinistra per le manovre di apertura e chiusura. Il grip assicurato della parte arancione del manico è buono anche se non a livello di quello dei “fratelli”, mentre la parte nera funge da rivestimento e blando rinforzo. La punta squadrata della lama può essere usata come giravite facendo attenzione a non forzare, poichè la larghezza limitata ed il perno attorno il quale avviene la rotazione per la chiusura impongono accortezza. Discorso simile ai precedenti per quanto riguarda il sistema di fissaggio a clip aperta. Per entrarne in possesso bisogna sborsare la cifra di 39,95 € (http://www.ozonekayak.com/sicurezza-e-soccorso/coltelli/prod/nrs-captain-rescue-knife/), cosa che conto di fare quanto prima, anche se sono combattuto con la serie Pilot che reputo un “signor coltello” destinato ad un uso “pesante”.
Mauro.
Vorrei correggere un cosa da lei scritta, il porto è possibile e li serve il giustificato motivo, il trasporto se confezionato e non prontamente disponibile è sempre lecito, per il porto serve il giustificato motivo, se ho lo zaino in spalla gli scarponi e mi reco in montagna o nel bosco il giustificato motivo cè, se no che se ne fa uno del coltello da sopravvivenza, se vado a lavorare nei campi il giustificato motivo cè, se vado al bar non cè il giustificato motivo , che poi alle solite la legge in Italia lasci alla libera interpretazione è un altro paio di maniche, ad esempio se lei tiene un cacciavite nel cassetto del cruscotto e durante un controllo glie lo trovano è denunciabile quanto con un coltello.
Grazie Ermanno per l’intervento atto a fare chiarezza nell’intricata selva di leggi e soprattutto di interpretazioni. Nella stesura dell’articolo, trattando l’aspetto legale e non essendone competente, ho riportato quanto scritto da Wikipedia in merito, poichè mi sembrava attinente, anche se mi ha lasciato spazio a qualche dubbio. Per avere un chiarimento, spero definitivo, mi sono rivolto alla Polizia di Stato, portando alla loro evidenza il quesito. Sarà mia cura, non appena riceverò notizie, aggiornare i contenuti. Non mi resta che attendere fiducioso. Saluti.
Mauro.