Hiko Guardian
Si chiama “Guardian” la new entry in casa Hiko Sport nel settore degli ausili al galleggiamento.
Con il termine “ausilio al galleggiamento”, si intendono quei dispositivi, generalmente indossabili, che forniscono una spinta verso l’alto ad una persona immersa in acqua. In Italia è in vigore una normativa che riprendendo la Circolare Ministeriale del 18/03/2009 n. 4866 e successiva del 18/06/2009 n. 0010286, ne regola l’omologazione e la classificazione. Nota come “Nuova Normativa Giubbotti di Salvataggio” sostituisce le precedenti emanazioni EN 393, EN 394, EN 395, EN 396, EN 399 e prevede che dal 31/03/2009 gli articoli con le vecchie omologazioni non possono più essere prodotti ne commercializzati in Italia. Di seguito una delle tante tabelle esplicative in merito.
L’aspetto fondamentale del quale tener debita considerazione in ambito giuridico è la differenza tra “giubbotto di salvataggio” (comunemente definito “salvagente“) e “ausilio al galleggiamento“. Tecnicamente la distinzione risiede non tanto in una maggiore capacità di galleggiamento, quanto nel “supporto ad un utente privo di sensi, cosicchè, se necessario ruoti e mantenga le vie aeree libere“. L’implicazione legale (importante) prevede che l’utilizzo degli ausili al galleggiamento deve essere riservato a chi “è abile al nuoto” (quindi attenzione professionisti fluviali a tutti i livelli: quando erogate una prestazione, anche a titolo gratuito e fornite l’attrezzatura ai corsisti, dovreste accertarvi che siano abili al nuoto, per fornir loro un ausilio al galleggiamento; altrimenti bisogna dotarli di salvagente)
La “spinta di galleggiamento” nelle sue diverse formulazioni “forza di Archimede”, “spinta di Archimede” o “spinta idrostatica”, è regolata dal Principio di Archimede secondo il quale: “ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato“.
Immergendo in acqua (ideale, per la quale vige la regola 1 lt. pesa 1 Kg.), un m3 di acciaio (cioè un cubo con i lati di 1 mt.) dal peso di 8000 kg., questo sposta 1 m3 di acqua. Assumendo che il peso del fluido sia 1000 Kg., il nostro cubo di acciaio alla fine pesa 7000 Kg. ed affonderà (peso 8.000 – spinta 1.000 = 7.000 peso “rimanente”). Se però con la stessa quantità di acciaio costruiamo un cubo di 8 m3 che ne sposta altrettanti di acqua, questi riceverà una spinta di galleggiamento di 8.000 kg. contrastando la forza peso di 8.000 Kg. che lo farebbe affondare. Il risultato è il galleggiamento (Azz., ho appena inventato le navi!).
E il corpo umano? Diciamo che la diversa costituzione di ogniuno di noi fa la differenza E’ comune esperienze il fatto che i grassi galleggiano maggiormente dei magri poiché la “massa magra”, i muscoli, pesano più del grasso anche se comunque si tratta sempre di una situazione precaria.
(tratto da: http://www.circolosubacqueocuneese.it/Varie_LeggiFisiche.htm)
Immaginiamo cosa succede in acqua corrente! Ecco allora la convenienza di utilizzare un accessorio in grado di aumentare il nostro volume, ma non il peso. Questa per l’appunto è la funzione dei giubbotti di salvataggio. (per chi volesse approfondire le dinamiche connesse al galleggiamento del corpo umano consiglio la lettura del contenuto all’indirizzo: http://www.polisportivamatoriprato.it/nuoto/testi/rubriche/idrodinamica_nuoto/galleggiamento_nuoto_spinta_archimede.html).
Il Guardian è un classico ausilio a “doppia piastra” o “canottiera”, proposto in due colorazioni classiche: azzurro e rosso.
Anche se personalmente mi piace maggiormente l’azzurro, per un utilizzo in situazione di emergenza privilegio la maggior visibilità del rosso in contrasto con i colori dominanti nell’ambiente fluviale. L’imbottitura che garantisce il galleggiamento è in Gaia-Float NOH-01, Nitril butadien (NBR). Si tratta di un materiale espanso a cellule chiuse molto morbido e flessibile, privo di alogeni (PVC), ftalati e composti di lattice, riciclabile. La schiuma ha una bassa densità apparente. E’ privo di materiali dannosi per l’ozono CFC, resistente agli agenti chimici, prodotti petroliferi e l’umidità; oltre a non marcire è facile da pulire e mantenere. Conforme alle caratteristiche richieste dalla normativa CE2005/69/EC PAHS (Polycyclic aromatic hydrocarbons, idrocarburi policiclici aromatici), il cui contenuto è visionabile all’indirizzo http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32005L0069&from=EN, rispetta la direttiva RoHS (normativa 2002/95/CE) chiamata anche “legge sulla rottamazione” che impone restrizioni sull’uso di determinate sostanze pericolose nella costruzione.
Il basso peso specifico, permette grandi volumi caratterizzati dalla leggerezza, in grado di produrre una forte spinta di galleggiamento. La forza si esprime utilizzando come unità di misura il Newton (N), sapendo che 1 kgp = 9,81 N e cioè 1 kg di forza peso corrisponde a 9,81 Newton (https://it.wikipedia.org/wiki/Newton_(unit%C3%A0_di_misura).
Il Guardian appartiene alla categoria degli ausili al galleggiamento ed è omologato ISO 12402-5 con una spinta di galleggiamento variabile in funzione delle taglie. Va da un minimo di 65 N per la S/M fino ad un massimo di 80N per la 2XL. Un tale valore di spinta idrostatica superiore al classico 50 N ancora comunemente in voga, dimostra la lungimiranza dei progettisti e la loro capacità di cogliere i mutevoli segnali di un mercato in continua evoluzione, dove sempre più l’abbigliamento stagno sta sostituendo quello in noeprene, con conseguente minor galleggiamento.
Il risultato è in linea con la ambizioni di strumento idoneo per il wild water ed a confermarlo è anche il materiale del rivestimento, il PES 600D chiamato anche Dupratex. Tessuto 100% di poliestere, simile alla cordura nell’aspetto, ma diverso nella composizione. Ne esistono due versioni differenti a seconda dell’elemento miscelato al componente principale per renderlo impermeabile e ciò ne stabilisce il pregio: PVC nello spalmato, PU (poliuretano) in quello a doppia resinatura.
Fonte: http://www.sintex-italy.com/prodotto/1/nylon-e-poliestere/
Come si può notare la differenza di peso tra le due tipologie di tessuti è rilevante e supera i 100% e la diversa miscela va ad incidere nel costo del filato. Di concerto anche le qualità quali resistenza agli agenti atmosferici, meccanica, raggi solari, temperatura di esercizio, etc., saranno difformi. Si tratta di un materiale con il quale abbiamo a che fare quotidianamente spaziando dalle copertine per distributori d’acqua esterni fino ad arrivare alle vele (http://contendersailcloth.com/spinnaker/maxikote-PUcoated-polyester?language=it). Per chi avesse interesse ad approfondire le caratteristiche dei materiali di cordura e derivati e capirne le sigle che corredano i prodotti, consiglio di consultare il contenuto della pagina http://www.loadedpocketz.com/difference-ballistic-1000d-cordura-ripstop-nylon/.
La forma anteriore della componente galleggiante è intelligentemente sagomata: grosso lo spessore al centro, più sottile ai lati con i bordi arrotondati. Ai lati sono presenti due generose alette imbottite che garantiscono anche una protezione dai colpi ai fianchi. Funzionale l’idea di due larghi passanti all’interno dei quali vengono sistemate, con tanto di freccia che ne specifica il senso del lavoro, permettendo una migliore compattezza e vestibilità.
Sempre dall’analisi dell’interno, fatto con di classico nylon, si nota che le fettucce degli spallacci sono di generose dimensioni e continuano fino a fissarsi alla parte inferiore incrociandosi. Un’attenta valutazione della struttura suggerisce, oltre alla funzione di raccordo tra le due parti, anteriore e posteriore, anche la possibilità di poterle utilizzare in emergenza per trazionare. L’incrocio diventa una sorta di pinza limitando la probabilità che scalzi.
Gli spallacci sono imbottiti oltre ad essere regolabili. L’escursione della regolazione non è molta a causa della soluzione strutturale che privilegia la continuità.
Le tasche, sistemate davanti e centrali, sono due, sovrapposte ed hanno due fori ciascuna nella parte bassa, per velocizzare lo svuotamento dall’acqua. Quella più esterna, di neoprene, dalla forma squadrata, ha una cerniera con profilo ad “L” al cui interno è fissato un corto elastico che trattiene una clip plastica. Le ridotte dimensioni di 9 cm. di larghezza per 15 cm. di altezza ed 1cm. circa di spessore non permettono di ospitare gran che, se non sfruttando l’elasticità del materiale. Al contrario, la tasca sotto misura 20 cm. di larghezza per 23 cm. di altezza con uno spessore di circa 3 cm., ha una maggior capienza ed è dotata di una retina bassa ed un elastico trasversale cucito a creare degli anelli. Si tratta di soluzioni utili ad organizzare lo spazio interno. La cerniera, con doppia apertura, corre lungo i tre lati di neoprene. La patta è imbottita ed oltre al galleggiamento contribuisce a riparare il contenuto.
All’esterno appena sopra la tasca piccola, è presente una fettuccia anch’essa cucita ad anello utile per fissare una clip e già parzialmente occupata dal fischietto bitonale, oltre ad una placca di plastica con lo spazio per far passare dei laccetti (solitamente usata per i coltelli o eventuali ricetrasmettitori).
L’imbracatura da un lato è cucita sotto la tasca grande, rendendola inamovibile. Il dissipatore metallico è assieme alla clip plastica di chiusura provvista del classico pallino che agevola l’apertura in emergenza e sono posizionati leggermente di lato in posizione protetta.
La parte posteriore dell’imbraco è guidata da quattro passanti dello stesso materiale dell’ausilio al galleggiamento. Altri quattro, immediatamente sotto e due sopra, lasciano il campo aperto ad eventuali personalizzazioni, ricordando che modifiche strutturali permanenti, fanno decadere la validità dell’omologazione.
Nonostante i generosi passanti ed il dissipatore assieme alla chiusura di plastica, l’apertura dell’imbraco in trazione avviene con relativa facilità. Le regolazioni per indossare il Guardian correttamente, più aderente possible senza compromettere la respirazione ed evitare che possa salire in caso di nuoto, sono assicurate da ben 3 fettucce per ciascun lato regolabili ed utilizzano i soliti fastex di chiusura. In particolare quella inferiore scorre in un morbido prolungamento fatto di neoprene e ricco di passanti. Ai lati delle chiusure superiori sono presenti due anelli di materiale plastico, uno per lato, utili per ancorare l’eventuale cowtail o dei labili cordini con i quali assicurare eventuali orpelli al seguito.
Indossarlo non è un’operazione immediata; richiede un pò di impegno e mobilità articolare a causa delle cinghie e del loro posizionamento, ma fugati gli iniziali dubbi, si apprezza l’ottima vestibilità e la capacità di adattarsi alle svariate forme anatomiche. Ha un discreto galleggiamento e ciò si paga in termini di ingombro, anche se la azzeccata distribuzione della schiuma espansa contribuisce a diminuire la percezione del consistente volume. Il materiale utilizzato per i cinghioli ed il rivestimento esterno, la struttura e gli spallacci, oltre alla ampia protezione laterale offerta, indicano chiaramente la destinazione per il Wild Water.
Si tratta, a mio avviso, di un ottimo prodotto, ben progettato, ricco di dotazioni, in grado di competere ad armi pari con note marche del settore e che strizza l’occhio anche al mondo del salvamento. Un piccolo appunto: avrei visto bene dei fori od una piccola retina nella parte bassa del rivestimento interno per agevolare lo svuotamento dell’acqua che dovesse infiltrarsi, oltre a garantire una migliore e più rapida asciugatura dell’imbottitura prevenendo la formazione di muffe.
Da ultimo i 169,00 € necessari per l’acquisto ( http://www.ozonekayak.com/aiuto-galleggiamento/white-water/prod/hiko-guardian/), lo pongono ai vertici del rapporto qualità-prezzo.
Mauro.
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